E tu … quanto sei “pre-occupato”?
il segreto per azzerare l’ansia:
lasciare andare la preoccupazione
(© Ivano Tivioli, 2006) |
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Pre-occuparsi
= occuparsi di qualcosa PRIMA che sia realmente accaduta.
Ha un accezione prettamente “negativa”; equivale a “temere il peggio” ed è la
risposta alla domanda: “E se tutto andrà storto?”
E’ la proiezione delle nostre PAURE, ed è assai spesso irrazionale.
“Ricordo che, nella mezzora in cui sedevo sulla poltrona del dentista,
mentre lui lavorava nella mia bocca, la mia costante preoccupazione era
che mi sfiorasse un nervo causandomi un dolore lancinante… Quando
avvertivo un dolore improvviso – non più di una o due volte per seduta –
devo ammettere che quanto provavo era di intensità assai inferiore alle
mie terribili aspettative…” |
Durante lo scorrere
della vita ci troviamo di fronte a continue prove ed esperienze, nelle quali
alterniamo inevitabilmente vittorie a sconfitte, successi a fallimenti.
Con il passare degli anni, mano a mano che le esperienze si accumulano, le
sensazioni collegate agli insuccessi – se non adeguatamente integrate –
sabotano alla base il nostro entusiasmo e la nostra propositività, e ci
ritroviamo a pensare al nostro futuro con sempre maggior timore. Iniziamo a
“preoccuparci” sempre più, scivolando, pian piano, dalla squadra
degli “ottimisti” a quella dei “pessimisti”.
Secondo
Vivation, in un "meccanismo di dualità", le preoccupazioni rappresentano lo
0
in una scala da 0 a 10. Sono le nostre peggiori ipotesi – le più negative – su
come POTREBBE andare qualcosa.
La
preoccupazione è un “sottile veleno” - o droga - che ci proietta in un INCUBO
popolato dalle nostre peggiori paure. Come ogni incubo è IRREALE, è fantasia,
ha luogo SOLO nella nostra mente.
Alcune tra le preoccupazioni più
diffuse riguardano:
-
la propria salute
-
il proprio
futuro lavorativo e/o il possibile fallimento della propria attività
-
la propria
“pensione”
-
l’invecchiare
-
l’andamento
della propria relazione (la possibilità di essere traditi e/o abbandonati dal partner)
-
la possibilità
di una guerra e/o di attentati terroristici
-
la possibilità
di ammalarsi di cancro o di qualsiasi malattia inguaribile
-
la paura della
possibile morte dei propri genitori e/o dei propri cari
-
la propria
futura morte
Molte
persone pensano che, non preoccupandosi, non saranno sufficientemente preparate
ad affrontare eventuali difficoltà o imprevisti.
C’è una sostanziale differenza tra l’avere una visione obiettiva delle
possibilità che ci si prospettano ed il focalizzarci invece su come sarà
terribile SE le cose non andranno per il “verso giusto”.
Luigi
e Franco sono compagni di scuola: a breve dovranno sostenere un esame.
Entrambi mirano ad un buon risultato e sono assai motivati.
Luigi, per arrivare ben preparato, decide di alzarsi un’ora prima ogni mattina e
di rinunciare a qualche serata con gli amici per dedicare più tempo allo studio.
Franco, invece, è preoccupato. La “preoccupazione” gli impedisce di focalizzarsi
su tutto quanto potrebbe fare di buono per “portare a casa” il risultato.
E’
terrorizzato, fugge dai libri – su cui non riesce a concentrarsi, in preda ai
continui pensieri.
Al mattino, non vuole alzarsi per non “sentire” il disagio e, per lo stesso
motivo, non vede l’ora di uscire con gli amici alla sera per “pensare ad altro”.
Non riesce a riposare bene durante le notti che precedono l’esame, in preda
all’ansia conseguente alla sua preoccupazione. Ed arriva “distrutto” al giorno
dell’esame... |
Esiste la
possibilità, in ogni momento, di avere un incidente automobilistico per strada.
Spesso, i notiziari ci informano di un aereo caduto o di una nave affondata.
Ciononostante, la maggior parte delle persone continua ad usare l’automobile ed
a prendere aerei e navi.
Ogni giorno c’è qualche azienda che chiude per fallimento; ed ogni giorno, nuove
attività commerciali muovono con successo i loro primi passi sul mercato.
La
“preoccupazione” orienta/dirige il nostro Pensiero Creativo e la sua Energia,
generando l’effetto enunciato dalla tristemente nota legge di Murphy: “Se
qualcosa ha la possibilità di andare male, lo farà!”
A
lungo andare, la preoccupazione diventa un atteggiamento: si comincia con
l’essere preoccupati per qualcosa, e ci si ritrova a trascorrere nello “stato di
preoccupazione” la quasi totalità del nostro tempo.
Questo “modo di vivere le
cose” diventa un' ABITUDINE - e può finire con l'interessare OGNI aspetto della nostra vita.
Lasciare andare la
preoccupazione in tre passi
Nei miei
quattordici anni di attività come Vivation Professional, ho avuto modo di
condurre moltissime sessioni di Vivation a persone assai “preoccupate” – sia per
cose ordinarie che per cose assai insolite e totalmente immaginarie.
E, ogni volta, ho potuto riscontrare come Vivation abbia “sciolto” velocemente
ed in modo permanente ognuna di queste “preoccupazioni” in ciascun allievo.
A tutti coloro
che ancora non conoscono Vivation, e che si ritrovano spesso ad essere
"preoccupati", qualunque ne sia il motivo, suggerisco di sperimentare tre
semplici passi per iniziare a "lasciare andare" la preoccupazione.
Il primo passo:
vivere il presente
Per poterci
preoccupare, potremmo quindi pensare di dover fare dei “viaggi nel tempo” con la
nostra mente: un viaggio nel passato – per ricordare una esperienza negativa
che ci è accaduta o che abbiamo visto accadere a qualcuno – ed un viaggio
nel futuro - per poter creare con la fantasia la stessa esperienza adattata
ad una situazione ancora sconosciuta.
All’inizio, è
possibile che qualche volta abbiamo fatto effettivamente così.
Ma Vivation ci offre anche un altro interessante punto di vista.
La preoccupazione,
una volta sperimentata, resta nella memoria cellulare del nostro corpo come
sensazione fisica – non è necessario ri-accenderla con un ricordo. Possiamo
sentirla proprio nel momento in cui prende forma come modello di energia,
non appena qualcosa la “attiva” – un suono, una parola, un odore, un’immagine o anche un pensiero o un evento.
E’ allora che,
avvertendo il disagio di questa sensazione, andiamo con la mente ad
immaginare un catastrofico futuro – ci diamo da fare per trovare una ragione
credibile per essere “preoccupati”. Così facendo, ovviamente il livello della
nostra “preoccupazione” si espande, in una spirale che si auto-alimenta.
Riassumendo, il
primo passo per lasciare andare la preoccupazione è: accorgerci immediatamente
quando la preoccupazione si ATTIVA e “focalizzarci” esattamente nel Momento
Presente – senza permettere alla mente di portarci altrove.
Ci sono un mucchio
di cose nel Momento Presente sulle quali possiamo portare la nostra attenzione per
non “scappare” via. Da ognuno dei nostri Cinque Sensi riceviamo segnali del “qui
ed ora”. Possiamo guardare qualcosa, toccare qualcosa, ascoltare qualcosa,
gustare od odorare qualcosa.
Ma, soprattutto, possiamo mettere in pratica i due prossimi passi…
Il secondo passo:
una corretta respirazione
Il modo in cui
respiriamo – spesso sottovalutato o non preso in considerazione –
ha
un’importanza ed un effetto ENORME sul nostro stato di salute, sia fisica che
psicologica, sul nostro stato emozionale, nonché sulla qualità dei nostri
pensieri.
In Vivation questa importanza è invece ampiamente riconosciuta: il
Respiro, il suo funzionamento e le sue possibilità applicative
vengono esplorate, approfondite e raffinate sin nei più piccoli dettagli.
Respirare è
un’attività che pratichiamo per tutta la nostra vita – nota tu stesso come stai
respirando proprio ORA mentre leggi queste righe. Dare attenzione alla propria
respirazione, ascoltare l’aria che entra e che esce dal nostro corpo è un
eccellente modo per restare a lungo nel Momento Presente.
In genere, le
persone non sono molto consapevoli di come stanno respirando, così come non lo
sono per il battito del cuore o per lo sbattere delle palpebre.
Mentre si è
impegnati in qualche attività – come guidare l’auto, leggere un libro, guardare un
film – la respirazione avviene in modo pressoché automatico, senza la nostra
attenzione o il nostro controllo.
Usato in un modo
così “inconsapevole”, il nostro respiro si adegua da solo, di momento in
momento, agli stati emozionali che attraversiamo durante la giornata.
In presenza di “stress” come preoccupazione e ansia, la nostra attitudine a
“resistere” si traduce, a livello respiratorio, in una espirazione
controllata.
espirazione : l’atto di lasciare uscire l’aria dai nostri polmoni
controllata : intenzionalmente trattenuta o forzata – non rilassata.
Questo
tipo di respirazione, che può anch’esso diventare un’abitudine, porta ad
una sorta di iperventilazione che alimenta, mantiene ed in casi estremi CAUSA
egli stesso la sensazione di ansia e preoccupazione. Un’altra spirale da
interrompere.
Il secondo passo
consiste quindi:
-
nel portare l’attenzione al proprio respiro, prendendo
consapevolezza del ritmo (frequenza) e della quantità di aria che
immettiamo nel corpo ad ogni inspirazione;
-
nel rilassare l’espirazione, lasciando andare ogni tipo di
controllo sull’uscita dell’aria. L’aria esce perché il nostro corpo,
dopo essersi gonfiato d’aria, torna ad una posizione “neutra” - possiamo notare come il
torace si espande e si riduce mentre l’aria entra ed esce.
Il terzo
passo:
ascoltare le proprie sensazioni
Ogni
sensazione fisica è fatta di Energia Vitale.
L’Energia
Vitale è sempre in movimento, circola all’interno del nostro corpo, fluisce in
ogni cellula cambiando disegni e forme come fanno i cristalli in un
caleidoscopio.
Di conseguenza, ogni sensazione fisica non è mai “statica”,
ma varia
continuamente in modo più o meno evidente. Può variare di intensità, di
temperatura, di dimensioni. Può espandersi o contrarsi.
Può spostarsi un poco o
saltare decisamente ad un’altra parte del corpo.
Può pulsare, formicolare,
prudere. E’ un movimento incessante.
L’amore,
l’entusiasmo, la gioia, la felicità sono costituite di Energia Vitale.
Anche la
sensazione della “preoccupazione” è fatta della stessa Energia Vitale.
Se portiamo l'attenzione alle nostre sensazioni fisiche, anziché fuggirle,
potremo aprirci ad un mondo in cui è possibile usare la loro Energia in modo
assolutamente costruttivo. Ci accorgeremo, in breve tempo, che la
"preoccupazione" e l'ansia ci daranno il "dono" della loro Energia Vitale,
trasformandosi in qualcosa di diverso che ha molto a che fare con
determinazione, buone idee ed entusiasmo per superare brillantemente
il momento "difficile" che ci appariva "preoccupante".
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